Il filo conduttore di questi racconti, scritti fra il 1991 e il 2016, è la perdita o l’assenza della ragione che si manifesta in situazioni diverse e che qui sono rappresentate in forme espressive fra loro anche molto distanti: un percorso che attraversa il primo dopoguerra e si proietta in un ipotetico futuro.

“Come quella volta” dice “Che siamo usciti dal rifugio. Lì dentro non ci si stava. Mentre camminiamo arriva l’aereo. Volava basso. In quel momento non potevamo fare altro che guardare l’aereo che passava sopra le nostre teste e guardare la bomba cadere. Non c’era altro da fare. La bomba è caduta proprio nella bocca del rifugio. Due minuti prima eravamo lì. Due minuti dopo eravamo fuori. Due minuti prima eravamo morti”, dice.

Fabio Filippi insegna Fisica e Matematica al Liceo Scientifico Einstein di Rimini. È autore dei romanzi Rossi, gialli e altri colori che non posso dire (Nulla Die 2016) e Il segreto di Mary (Eretica 2016).

http://nulladie.com/catalogo/245-fabio-filippi-tremilanovecento-9788869151316.html

 

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